un attimo di pazienza...
Il servizio di gestione del rapporto di lavoro domestico è rivolto ai privati che hanno già assunto o intendono assumere un collaboratore domestico, ma non riescono a gestire in autonomia tutti gli adempimenti connessi.
I collaboratori domestici quali colf e badanti, baby-sitter, giardinieri, ecc. sono a tutti gli effetti dei lavoratori subordinati e in quanto tali il loro rapporto dev’essere regolamentato da un contratto di lavoro.
Il servizio prevede lo svolgimento di tutte le pratiche di assunzione compresa la redazione del contratto e l’eventuale trasformazione e cessazione del rapporto di lavoro.
Sono incluse le attività periodiche per l’elaborazione mensile dei cedolini, la predisposizione del bollettino Mav trimestrale, e l’elaborazione della dichiarazione sostitutiva Cu annuale.
Il contratto di lavoro domestico è un Contratto particolare ad aggiornamento annuale, che definisce e regola il rapporto tra il dipendente e il datore di lavoro.
Si applica nei casi in cui un privato cittadino, un gruppo familiare o una stabile comunità senza fini di lucro, assume un collaboratore domestico in aiuto alle quotidiane incombenze familiari.
Il contratto regola la retribuzione minima e i vari istituti quali ferie, permessi, malattia, tredicesima e trattamento di fine rapporto da corrispondere al lavoratore domestico.
I contributi per i lavoratori domestici, come colf e badanti, devono essere conteggiati e versati all’INPS con cadenza trimestrale. L’ammontare dovuto si calcola sulla base delle ore e della retribuzione oraria corrisposta al dipendente, in relazione alle tre fasce contributive di riferimento.
Il pagamento dei contributi all’INPS può essere effettuato attraverso il sistema online pagoPA o presso le tabaccherie aderenti al servizio “reti amiche”.
Il professionista può calcolare in modo preciso l’ammontare dei contributi dovuti, in modo da evitare errori nei versamenti con conseguenti sanzioni e interessi.
La gestione del rapporto di lavoro domestico non si limita alla sola emissione del cedolino o al pagamento del TFR, ma comprende molte altre incombenze che possono insorgere durante il rapporto e che devono essere correttamente gestite.
Ricevo spesso domande sulle questioni più disparate, come ad esempio:
Avere a disposizione un consulente del lavoro, disponibile anche on line, al quale rivolgersi per trovare una risposta a queste o altre domande, può fare la differenza tra spendere o risparmiare denaro in stipendi e contributi.
Per essere in regola con la Normativa vigente, ogni datore di lavoro è obbligato a consegnare mensilmente il cedolino paga.
Tale documento deve contenere in via minimale lo stipendio netto da versare al lavoratore, gli scatti di anzianità maturati, indicazioni per festività ed eventuali straordinari, oltre all’importo per l’indennità sostitutiva “vitto e alloggio” ove contrattualmente riconosciuta.
Esistono molti simulatori busta paga che permettono di gestire il calcolo in piena autonomia. Nonostante ciò, vista la bassa incidenza del costo di un consulente (nell’ordine di qualche decina di euro al mese), affidarsi a un professionista mette il datore di lavoro al riparo da eventuali conteziosi che possono insorgere con il lavoratore a seguito di calcoli sbagliati.
Per l’assunzione di una collaboratrice domestica o di una badante, e in generale per qualunque altro lavoratore domestico, bisogna effettuare molteplici comunicazioni e sottostare a precisi obblighi di Legge sanzionabili in caso di mancato adempimento.
Per trasmettere tali comunicazioni, come ad esempio la denuncia di assunzione da inviare all’INPS entro le 24 ore del giorno precedente l’inizio del rapporto di lavoro, il titolare del rapporto dev’essere in possesso di particolari credenziali (SPID) per accedere ai servizi telematici dell’INPS.
Vista la bassa incidenza del costo di un Consulente, affidare tali incombenze al professionista abilitato mette il datore di lavoro al riparo da eventuali sanzioni in caso di errori formali o sostanziali.
Al termine del rapporto di lavoro, il dipendente matura il diritto alla liquidazione del TFR a prescindere dal motivo per cui il rapporto è cessato.
La base di calcolo del Trattamento di fine Rapporto è rappresentato dal totale delle retribuzioni percepite dal dipendente, comprese le prestazioni in natura. L’esatto corrispettivo da versare al lavoratore può essere calcolato applicando sia il metodo del numero convenzionale, sia quello della percentuale.
Il calcolo del TFR può essere svolto direttamente dal Datore di Lavoro, ma è consigliabile rivolgersi a un professionista per evitare possibili liti e controversie con il lavoratore, a seguito di errati conteggi o errate interpretazioni della Norma.